Il monte Catria (1701 m.) e il suo gemello il monte Acuto, di poco più basso con i suoi 1668 m. , rappresentano le cime più alte di questo tratto di Appennino umbro – marchigiano compreso tra il Corno alle Scale (1945 m.) a nord, in provincia di Bologna e il monte Priora (2332 m.) a sud, in provincia di Ascoli Piceno.
Da queste vette lo sguardo è libero di spaziare su un buon tratto di centro Italia. Ad ovest il mare di colline e rilievi umbri e sullo sfondo il monte Amiata in terra toscana. A nord- ovest i monti Petrano e Nerone, i contrafforti dell’Alpe della Luna e in lontananza i rilievi del Casentino, a nord il Montefeltro. E poi il blu del mare Adriatico e il verde del Conero ad est, e l’imponente catena dei Sibillini a sud.
Ai piedi del Catria, in una conca nascosta tra boschi e rupi rocciose a circa 700 m. di quota, si trova il millenario monastero camaldolese di Fonte Avellana cantato da Dante nella Divina Commedia nel XXI Canto del Paradiso : “ tra due liti d’Italia surgon sassi….e fanno un gibbo che si chiama Catria di sotto al quale è consacrato un eremo…”.
Il monte Catria con la sua croce in ferro e l’Acuto, che formano un’ampia sella se visti da lontano fungono, oggi come ieri, da punto di riferimento per le genti e le popolazioni delle vallate circostanti. In particolare di quella del Cesano formata dall’omonimo torrente che nasce sulle pendici orientali della montagna e per quelle umbre.
Storie di monaci, santi e banditi; alberi secolari (il Tasso, Taxus baccata di Fonte Avellana) mitici animali (il lupo, l’aquila reale, il gatto selvatico e il geotritone); testimonianze di antichi animali preistorici, ghiacciai: tutto questo e altro ancora rappresentano i monti Catria e Acuto e il loro straordinario ecosistema.
Contattando le Guide locali è possibile percorrere i vari sentieri ed effettuare escursioni impegnative o alla portata di tutti.
(Testo Cristiano Ceccucci)