ll Monastero di Fonte Avellana è situato alle pendici boscose del monte Catria, a 700 metri sul livello del mare. Le sue origini si collocano alla fine del X secolo, intorno al 980, quando alcuni eremiti, influenzati da San Romualdo di Ravenna padre della congregazione benedettina camaldolese, scelsero di costruire le prime celle di un eremo che nel corso dei secoli diventerà l’attuale monastero.
Eretta abbazia nel 1325, Fonte Avellana divenne presto una potenza socio-economica ma, di lì a poco, nel 1392, conobbe la pratica delle commende, l’affidamento dei beni di proprietà di un monastero a persone estranee, per lo più di alto rango ecclesiastico o civile, che contribuì fortemente alla decadenza morale, oltre che materiale, di moltissimi centri monastici.
Una tradizione costante e molto antica vuole che, nel 1318, anche il Sommo Poeta Dante Alighieri sia stato ospite di questo monastero che cantò nella Divina Commedia:
«Tra due liti d’Italia surgon sassi,
e non molto distanti a la tua patria,
tanto che i troni assai suonan più bassi,
e fanno un gibbo che si chiama Catria,
di sotto al quale è consecrato un ermo,
che suole esser disposto a sola latria».
(Par. – XXI, 106)