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GUBBIO

Le prime forme di insediamento nel territorio eugubino sono da collocarsi già nel paleolitico.
Alleatasi con Roma nel 295 a.C., nel 167 a.C. vi fu custodito Genzio, ultimo re dell’Illiria fatto prigioniero dal pretore Lucio Anicio Gallo. Gubbio ottenne nell’89 a.C. la cittadinanza romana: fu eletta a municipium e ascritta alla tribù Clustumina.

La città e il nome di Gubbio sono strettamente legati alla storia di san Francesco, in particolar modo a un evento della sua vita citato nel XXI capitolo dei Fioretti di San Francesco, cioè l’incontro con il “lupo” avvenuto nei pressi della chiesa di Santa Maria della Vittoria. L’episodio miracoloso è uno dei più conosciuti al mondo e sulla veridicità storica si è dibattuto a lungo: è possibile che il lupo, o la lupa, sia metafora di un bandito riconciliato con la città da Francesco, ma molti studiosi parlano di un animale vero.

Nel 1263, i guelfi presero il potere, che detennero fino al 1350 tranne brevi parentesi. 
Nel 1381, poi, il vescovo Gabriello Gabrielli, appoggiato dal papa, si autoproclamò signore di Agobbio, nome medioevale di Gubbio, provocando la ribellione dei cittadini. Impossibilitati a resistere al battagliero vescovo che non voleva perdere il dominio sulla città, gli eugubini si “consegnarono” spontaneamente ai Montefeltro, duchi di Urbino, perdendo così il titolo di libero comune, ma ottenendo un lungo periodo di tranquillità. I Montefeltro, signori amanti dell’arte, restituirono a Gubbio i privilegi e gli ordinamenti civili, la città tornò così a fiorire culturalmente e artisticamente: proprio è il periodo di costruzione del Palazzo dei Consoli. Salvo brevi interruzioni per le signorie dei Malatesta e di Cesare Borgia, la città rimase ai Montefeltro fino al 1508 quando subentrarono, nel dominio della città, i Della Rovere, che lo tennero fino al 1631.

Il 15 maggio di ogni anno Gubbio ospita la spettacolare Festa dei Ceri che consiste nel trasporto in corsa di tre Ceri coronati da statue di Santi: Sant’Ubaldo (patrono di Gubbio), San Giorgio e Sant’Antonio Abate. È una delle più antiche manifestazioni folcloristiche italiane. La tradizione più accreditata vuole che sia una festa religiosa cattolica in onore di sant’Ubaldo Baldassini (1085-1160), Vescovo e patrono di Gubbio, e sarebbe il frutto della trasformazione di un’originaria offerta di cera che le corporazioni medievali eugubine donavano al patrono. Tali corporazioni davano luogo al trasporto dei tre Ceri: quello dei muratori e scalpellini (sant’Ubaldo), merciai (san Giorgio) e asinari (sant’Antonio). 

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